Il mio amico Michele Montagano e la storia degli IMI

Michele Montagano, classe 1921, è stato un internato militare italiano, uno di quelli che rifiutarono di continuare a combattere con la Germania nazista e di aderire alla Repubblica Sociale; dopo l’8 settembre 1943 furono pertanto deportati nei Lager nazisti, spogliati della divisa, affamati, umiliati e costretti a durissimi lavori. Di questi oltre 650.000 resistenti antifascisti si parla poco e si dimentica il sacrificio. Il sottotenente Michele Montagano, catturato a Gradisca d’Isonzo il 12 settembre 1943 e deportato in diversi Lager, è uno dei 44 ufficiali che, nell’AEL (Arbeitserziehungslager)  di Unterlüss diedero vita ad uno dei più significativi episodi della Resistenza italiana.
La vicenda è finalmente oggetto di una documentata e avvincente opera, Gli eroi di Unterlüss. La storia dei 44 ufficiali che sfidarono i nazisti, di Andrea Parodi (Mursia, 2016).
La vita di Michele è straordinaria anche dopo la Liberazione: insignito di innumerevoli onorificenze (dal 2017 è anche Grande Ufficiale al merito della Repubblica italiana) è tuttora attivissimo a livello internazionale nella trasmissione della memoria storica.

Nell’ambito di una collaborazione con la Fondazione dei luoghi di memoria del Niedersachsen, ho avuto la fortuna di raccogliere le testimonianze di alcuni IMI. Le storie di vita di Giuseppe Cigognetti, Ferdinando Atti, Domenico Buccella, Angelo Gatto, Michele Montagano, sono confluite nel centro di documentazione di Bergen-Belsen, inaugurato nell’ottobre 2007, che ha dedicato una ampia sezione della mostra permanente alla vicenda degli IMI. Da allora la Fondazione ha sempre invitato i testimoni, riservando loro una incredibile accoglienza. E’ stato per me un vero onore accompagnare molti di loro, spesso insieme a figli e a nipoti,  in queste celebrazioni.

Oltre ad essere stati dimenticati dalla storia e dalla politica, la maggioranza degli IMI non ha mai ricevuto alcun indennizzo da parte tedesca. Per contro, sono molte le istituzioni tedesche che hanno dedicato loro mostre permanenti.
Tra esse: Centro di documentazione e memoriale di Bergen-Belsen, Memoriale del Lager X B Sandbostel e la mostra permanente ‘Tra più fuochi’ presso il centro di documentazione sul lavoro coatto durante il nazionalsocialismo di Berlino-Schoeneweide

In Italia esiste una ricca memorialistica sugli IMI e piccole mostre diffuse solo a livello locale e destinate a rimanere purtroppo sconosciute ai più.
Allestimenti di rilievo nazionale sono: il Museo nazionale dell’internamento a Padova e la mostra permanente ‘Vite di IMI. Percorsi dal fronte di guerra ai Lager tedeschi 1943-1945’ a Roma, voluta dall’ANRP (Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia) e inaugurata nel 2018. L’ANRP ha preso parte attiva alla commissione storica italo-tedesca istituita nel 2008, che ha, tra i suoi scopi primari, l’analisi del destino degli internati militari italiani. Su impulso della Commissione l’ANRP ha realizzato l’Albo dei IMI caduti nei Lager nazisti 1943-1945.
Tra gli storici italiani che hanno dedicato molte delle proprie opere al tema IMI, si ricordano Mario Avagliano e Marco Palmieri. Il loro ultimo lavoro, I militari italiani nei Lager nazisti, è uscito edito da Il Mulino, nel 2020.
Di inestimabile valore documentario è la raccolta di oltre 400 fotografie realizzate clandestinamente nei Lager dall’IMI Vittorio Vialli, affidate dai figli Silvana e Bruno all’Istituto storico Parri Emilia-Romagna di Bologna.

Per saperne di più:

Una delle più recenti interviste a Michele Montagano, a cura di David Orlandelli, 2019
La vita di Vittorio Vialli e degli altri IMI è rievocata nel documentario ‘Ho scelto la prigionia’ di Francesco Conversano e Nene Grignaffini, Raistoria, 2015

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